Se ti spetta il TFR stai attento perché potrebbe essere a rischio e potresti perdere davvero molti soldi. Controlla attentamente questo modulo.
Sicuramente è importante cercare di informarsi anche su quelle che possono essere le controindicazioni legate a un campo complesso come quello dell’economia. Il consiglio è sempre di farvi aiutare da qualcuno esperto e che sia del settore. Il TFR, o trattamento di fine rapporto, è conosciuto più comunemente come liquidazione ed è quella cifra che spetta al lavoratore dipendente una volta che lascia una data azienda.
Si tratta di fatto di una retribuzione differita che garantisce un riconoscimento economico sia a chi si presenta all’età pensionabile sia nel caso che ci si trovi di fronte a delle dimissioni o a un licenziamento. Il TFR si matura ogni mese e il lavoratore può decidere se accantonarlo all’interno dell’azienda dove lavora o se affidarlo a un fondo pensionistico.
Introdotto dalla legge n.297 del 1982 è disciplinato dall’articolo 2120 del Codice Civile dove leggiamo che “in ogni caso di cessazione del rapporto di lavoro subordinato, il prestatore di lavoro ha diritto a un trattamento di fine rapporto”. A seconda del tipo di lavoro viene erogato in maniera differente, ma in tutti i casi bisogna stare attenti perché si rischia di perderne la piena retribuzione. Non commettete l’errore che di seguito vi spiegheremo purtroppo molti fanno.
TFR, attento a questo modulo
C’è un particolare, legato al TFR, che può fare la differenza e che rischia di farvi perdere davvero molti soldi nel momento in cui andrete in pensione. Proprio per evitare di avere un grosso buco economico vogliamo darvi tutto il possibile per aiutarvi.
Attraverso la Legge di Bilancio del 2025 si sta proponendo di potenziare i fondi previdenziali complementari. Questo sta aprendo alla possibilità di un nuovo semestre per permettere ai dipendenti di decidere le sorti del loro “Trattamento di fine rapporto”. Cosa significa? Che ogni lavoratore avrà sei mesi per decidere se spostare il TFR dall’azienda alla previdenza attraverso la regola del silenzio-assenso.
In assenza di indicazione il TFR sarà trasferito ai fondi pensione previsti dai contratti collettivi nazionali portando anche a una perdita non indifferente a livello economico. In molti si stanno interrogando se questa è una soluzione plausibile o se genererà ulteriore confusione in grado di portare a una perdita importante a livello economico. Quello che appare evidente è che si tratta di un argomento complesso che merita di certo un approfondimento studiato.