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Curiositá

Smartwatch e altre “diavolerie”: come prevedevamo il futuro 25 anni fa

Abbiamo trovato un vecchio giornale che ci spiegava il “futuro” visto dall’anno 2000: alcune previsioni vi faranno sorridere

Era il 2000 e il futuro ci sembrava a portata di mano, eppure incredibilmente lontano. Eravamo appena usciti dall’incubo del millennium bug e ci immaginavamo macchine volanti, robot tuttofare e dispositivi capaci di risolvere ogni problema quotidiano.

Così immaginavano gli smartwatch nel 2000 (Tratto da Focus di Maggio 2000) – bibliotecasantagiustina.it

In quell’epoca di fervore tecnologico, le riviste come Focus ci proiettavano in un domani fatto di idee geniali, alcune delle quali si sono avverate, mentre altre sono rimaste solo visioni ambiziose. Oggi, guardando indietro a quelle pagine, scopriamo quanto di quel futuro sia diventato il nostro presente.

Tra i progetti più curiosi c’era il bracciale elettronico, un dispositivo che sembra quasi il prototipo degli smartwatch moderni. Con un piccolo schermo piatto, questo gadget avrebbe dovuto monitorare parametri vitali, inviare allarmi in caso di emergenza e persino navigare o scaricare immagini e video. Un’idea incredibile per l’epoca, che anticipava il nostro modo di usare la tecnologia per la salute e la produttività.

E che dire degli occhiali intelligenti? Con un display a cristalli liquidi, promettevano di “aumentare la realtà” e di studiare i movimenti oculari. L’obiettivo era ambizioso: analizzare cosa attirava l’attenzione di un cliente al supermercato, ad esempio. Un concetto che ricorda i moderni visori AR come i Google Glass, ma con un tocco di ingenuità tipico dell’inizio del millennio.

Nel mondo degli animali, invece, faceva capolino il collare elettronico per cani, equipaggiato con GPS e connettività per sapere sempre dove si trovassero i nostri amici a quattro zampe. Oggi questa tecnologia è comunissima, ma all’epoca era una vera rivoluzione.

Dal pc da polso alla chirurgia oculare: come prevedevamo il futuro

Un’altra visione interessante era quella del PC da polso, anch’esso una sorta di antenato degli attuali smartwatch. Questo dispositivo avrebbe permesso di inviare e ricevere e-mail, telefonare, connettersi al PC di casa e, ovviamente, dire l’ora. Un computer “da passeggio”, come lo definiva l’articolo, che anticipava molte delle funzionalità integrate nei wearable odierni. E che dire del poter “obliterare il biglietto del tram” con una card? Fa sorridere pensare che oggi i tram stanno scomparendo e quella card è già diventata il nostro smartphone!

Nel 2000 prevedevamo che la chirurgia oculare avrebbe reso sempre meno necessari gli occhiali: ci siamo andati vicino! (Fonte: Focus di maggio 2000) – bibliotecasantagiustina.it

Infine, non poteva mancare una trovata più bizzarra: il mouse emotivo. Questo dispositivo, chiamato “Emotion Mouse”, prometteva di rilevare lo stato d’animo dell’utente attraverso parametri come il battito cardiaco e la temperatura della pelle. Sebbene non sia mai arrivato sul mercato, il concetto di tecnologia che si adatta alle emozioni umane rimane una frontiera interessante, soprattutto nell’ambito del gaming e della realtà virtuale. Altra trovata curiosa: una schiuma da rasatura che avrebbe fatto cadere la barba e impedito la ricrescita per almeno due mesi. E pensare che oggi va di moda la barba lunghissima…

Guardando oggi a queste idee, viene da sorridere per alcune ingenuità, ma anche da riflettere su quanto fosse acuto lo spirito innovativo di quegli anni. Molte di queste invenzioni hanno effettivamente anticipato tecnologie che oggi diamo per scontate. Altre, invece, sono rimaste solo nei sogni degli ingegneri e dei designer dell’epoca.

Ciò che è certo è che il futuro, ieri come oggi, continua a sorprenderci. E chissà: forse alcune delle idee che oggi ci sembrano lontane o irrealizzabili saranno parte del nostro quotidiano tra altri 25 anni. Che immagine avremo, allora, del nostro presente?

Antonio Papa

Giornalista pubblicista dal 2010, "fratello maggiore" di tanti redattori del network, autore di trasmissioni televisive. In TvPlay sono, insieme a Claudio Mancini, il conduttore di FantaTvPlay, di "Chi Ha Fatto Palo" e di altri format creati da noi. Sono una persona che ha fatto della scrittura la sua ragione di vita, coronando un sogno che avevo fin da bambino. Il mio motto è “lavorare seriamente senza mai prendersi sul serio”. Cerco di trasmettere la mia passione e il mio entusiasmo alle persone che lavorano con me: quando ci riesco… ci divertiamo!

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